La nascita degli Stati Uniti

Con la fine della guerra franco-indiana (vedi capitolo precedente) tra Inghilterra e Francia il Canada divenne nuova colonia inglese.

Gli indiani che avevano combattuto a fianco dei francesi nei territori di Ohio e grandi laghi non sopportavano la nuova legge inglese che li aveva sempre disprezzati e odiati.

Il generale Amherst, comandante in capo britannico del Nordamerica, aveva la responsabilità della gestione dei nativi americani, sia in campo militare sia riguardo al commercio delle pelli. Amherst credeva che, con la Francia estromessa dai giochi, i nativi non avrebbero avuto altra scelta che accettare il dominio britannico. Era anche convinto che fossero incapaci di offrire una seria resistenza all'esercito inglese. Per questo degli 8 000 soldati a sua disposizione solo 500 furono stanziati nella regione in cui scoppiò la guerra. Amherst e alcuni suoi ufficiale come il maggiore Henry Gladwin, comandante di Fort Detroit, fecero poco per nascondere il disprezzo che provavano per i nativi. Gli indiani coinvolti nella rivolta si lamentavano spesso del fatto di venir trattati come schiavi o come cani.

Ulteriori critiche giunsero con la scelta fatta da Amherst nel febbraio 1761 di cancellare ogni dono fatto ai nativi. Questi doni erano stati una parte importante delle relazioni tra francesi e nativi dei pays d'en haut. Rispettando una tradizione dei nativi simbolicamente importante, i francesi donavano oggetti (armi, coltelli, tabacco e vestiti) ai capi tribù, i quali distribuivano questi doni alla gente. In questo modo i capi tribù mantenevano il rispetto del loro popolo, e con questo l'alleanza con gli europei. Amherst ritenne la cosa una forma di corruzione non più necessaria, soprattutto per il fatto che fu obbligato a tagliare le spese dopo la guerra combattuta con la Francia. Molti nativi considerarono questo taglio un insulto, e una dimostrazione del fatto che i britannici li consideravano un popolo conquistato e non alleato.

Nella primavera del 1763 nella tribù Delaware apparve un misterioso profeta che parlava che il signore della vita "il grande spirito" gli era apparso in una visione li avrebbe detto di parlare a tutta la genti dei Laghi e dell'Illinois, secondo il profeta (oggi chimato Neolin) bisognava cacciare gli inglesi dalla terra degli avi e riprendere la vecchia vita,

queste erano le sue parole:

io sono il creatore della vita, del cielo e della terra, degli uomini e delle creature e poiché vi amo dove vivere secondo i miei desideri.

io ho creato la terra sulla quale vivete; perché allora permettete ai bianchi di togliervela? figli miei voi state dimenticando le tradizioni. perché non vi vestite più di pelli di animali e non usate arco e frecce dalla punta di pietra?

perché ammorbate l'aria con la polvere da sparo? avete comprato i fucili, oggetti di metallo, coperte di lana dai bianchi e ora non sapete più farne a meno e siete diventati loro schiavi.

avete bevuto la velenosa acqua di fuoco che vi fa impazzire e vi spinge a prostituire le vostre donne e à vendere la terra. gettate via le cose degli inglesi e vivete come i vostri avi prima che arrivasero gli invasori. tenete alte le scure di guerra contro i cani vastiti di rosso, che devastano campi di mais e fanno fuggire gli animali.cancellateli dalla faccia della terra nostra e riavrete il mio favore.

come era apparso il profeta scomparve misteriosamente, l'uomo più seguace della sua idea fu Pontiac un capo guerriero Ottawa nato nel 1720 aveva combattuto con i francesi contro gli inglesi sul Monongahela nel 1755.

Nonostante la ribellione di Pontiac sia cominciata nel 1763, i britannici seppero già nel 1761 che i delusi nativi stavano progettando un attacco. I Mingo tribù dell'Ohio  fecero circolare messaggi con i Wampum ("cintura di guerra") che invitavano le tribù a formare una confederazione e cacciare i britannici. I Mingo, guidati da Guyasuta, erano spaventati dal fatto di essere circondati da fortezze britanniche. Altre cinture di guerra partirono da Detroit e Illinois. I nativi non erano però uniti, e nel giugno 1761, le tribù di Detroit informarono il comandante britannico del complotto dei Mingo. Dopo che William Johnson ebbe tenuto un consiglio con le tribù a Detroit nel settembre 1761, fu stipulata una flebile pace, anche se i messaggi di guerra continuarono a circolare. Infine la violenza scoppiò dopo che nel 1763 i nativi seppero dell'imminente cessione dei pays d'en haut dai francesi ai britannici.

La guerra cominciò a Fort Detroit guidata da Pontiac, e si allargò velocemente a tutta la regione. Otto fortezze britanniche furono conquistate. Altre, tra cui Fort Detroit e Fort Pitt, furono assediate senza successo. Francis Parkman descrive questi attacchi come operazione pianificata e coordinata da Pontiac. L'interpretazione di Parkman è tuttora molto conosciuta, anche se altri storici sostengono che non ci siano prove certe che gli attacchi furono il frutto di una cospirazione organizzata. L'opinione prevalente oggi tra gli studiosi, piuttosto che di una pianificazione preventiva, sarebbe quella di una rivolta generata dalle voci circolanti riguardo l'azione di Pontiac a Detroit. Gli assalti alle fortezze britanniche non furono simultanei: molti nativi dell'Ohio entrarono in guerra solo un mese dopo l'assedio di Pontiac a Detroit.

Sperando di prendere la fortezza di sorpresa, il 7 maggio Pontiac entrò a Fort Detroit con circa 300 uomini armati. gli inglesi conoscevano le intenzioni di Pontiac ed erano pronti e armati. Il suo attacco fu sventato, Pontiac si ritirò dopo un breve consiglio e, due giorni dopo, assediò la fortezza. Pontiac e i suoi alleati uccisero tutti i soldati e coloni britannici trovati all'esterno, compresi donne e bambini. Uno dei soldati fu sottoposto al cannibalismo rituale, come era tradizione tra i nativi dei Grandi Laghi. La violenza fu diretta contro tutti i britannici, mentre i coloni francesi furono risparmiati. Oltre 900 guerrieri provenienti da sei diverse tribù si unirono all'assedio. Nel frattempo, il 28 maggio, una colonna britannica di rifornimenti partita da Fort Niagara e guidata dal tenente Abraham Cuyler cadde in un'imboscata e fu sconfitta nei pressi di Point Pelee.

Fort St. Joseph  fu conquistata il 25 maggio 1763 con lo stesso metodo utilizzato a Sandusky. I Potawatomi catturarono il comandante e uccisero buona parte dei 15 soldati che formavano la guarnigione. Fort Miami (l'attuale Fort Wayne, Indiana) fu il terzo a cadere. Il 27 maggio 1763 il comandante fu attirato all'esterno dalla moglie nativa americana, e fu ucciso da un proiettile sparato dai nativi Miami. I nove soldati della guarnigione si arresero dopo che la fortezza fu circondata.

In Illinois, i Wea, i Kickapoo e i Mascouten presero degli avamposti nel Indiana, il 1º giugno 1763. Attirarono all'esterno la guarnigione per un incontro, e catturarono i 20 soldati senza spargimento di sangue. I nativi stanziati nei pressi di Fort Ouiatenon avevano buoni rapporti con gli inglesi, ma gli emissari di Pontiac di Detroit li avevano convinti ad attaccare. I guerrieri si scusarono col comandante per aver conquistato la fortezza, affermando che "furono obbligati a farlo da altre nazioni". A differenza di quanto successo nelle altre fortezze, i nativi non uccisero i prigionieri britannici di Ouiatenon.

La quinta fortezza conquistata, Fort Michilimackinac (attuale  Michigan), fu la più grande presa di sorpresa. Il 2 giugno 1763 i locali Ojibway organizzarono una partita di baggataway (antenato del lacrosse) con i Sauk che erano giunti in visita. I soldati assistettero alla gara, come avevano già fatto in precedenti occasioni. La palla fu lanciata all'interno della porta d'ingresso alla fortezza, le squadre la rincorsero e furono loro consegnate le armi che le donne native avevano introdotto di nascosto. I guerrieri uccisero circa 15 dei 35 uomini che formavano la guarnigione, e in seguito ne uccisero altri cinque tramite la tortura rituale.

Prima della guerra, Amherst aveva rifiutato l'idea che i nativi potessero fornire una valida resistenza al governo britannico, ma quell'estate scoprì che la situazione era diventata pericolosa. Ordinò ai subordinati di "immediatamente. mettere a morte" i guerrieri nativi catturati. Al colonnello Henry Bouquet di Lancaster, Pennsylvania, che si stava preparando a guidare una spedizione per liberare Fort Pitt, Amherst scrisse il 29 giugno 1763: "Potrebbe non essere una brutta idea quella di far contrarre il vaiolo alle tribù native? Ora dobbiamo utilizzare ogni stratagemma per ridurne il numero".

Bouquet si dichiarò d'accordo, rispondendo ad Amherst il 13 luglio: "Cercherò di far ammalare i bastardi con qualche coperta che potrebbe cadere in mano loro, cercando di non ammalarmi io stesso". Amherst rispose il 16 luglio: "Devi farli ammalare tramite le coperte, o con qualsiasi altro metodo utile a estirpare questa esecrabile razza".

Gli ufficiale dell'assediata Fort Pitt avevano già tentato di fare quello di cui Amherst e Bouquet stavano discutendo, apparentemente per loro iniziativa. Nel corso di un incontro a Fort Pitt il 24 giugno 1763, Ecuyer diede ai rappresentanti Delaware due coperte e un fazzoletto esposti al vaiolo, nella speranza di provocare un'epidemia tra i nativi ponendo fine all'assedio. William Trent, comandante militare, lasciò degli scritti secondo i quali l'obiettivo del donare le coperte fu quello "di contagiare col vaiolo gli indiani".

Non si sa quanti nativi morirono di vaiolo, ma gli storici concordano sul fatto che fossero molti di più dei morti in combattimento su entrambi i fronti durante la ribellione di Pontiac. Lo storico Francis Jennings trae la conclusione che il tentativo "senza dubbi riscosse successo" tanto da arrecare così tanti danni ai nativi americani. Secondo il racconto di un testimone oculare, il vaiolo aveva colpito i nativi dell'Ohio già prima dell'utilizzo di quelle coperte. Dato che il vaiolo si trovava già nella regione, potrebbe aver colpito i villaggi nativi seguendo diversi percorsi. I testimoni dell'epoca dissero che i guerrieri nativi lo contrassero dopo l'assalto a villaggi infetti, e lo diffusero ritornando ai propri villaggi. Lo storico Michael McConnell sostiene che anche se l'evento di Fort Pitt ebbe successo, i nativi conoscevano già il vaiolo e isolavano le persone infette. Per questi motivi McConnell deduce che "gli sforzi britannici per utilizzare l'epidemia quale arma potrebbero non essere stati necessari o particolarmente efficaci".

 i nativi americani non erano ancora abituati alle infezioni, quali il vaiolo, dato che costituivano una minaccia per la loro cultura. "dal momento che non c'erano cure per tali infezioni nel XVIII secolo e che il vaiolo si diffuse tra i nativi durante la guerra degli anni 1760, compresa quella provocate dagli inglesi, è probabile che i loro morti fossero più numerosi di quelli inglesi durante la guerra". Si stima che 400 000-500 000 (forse addirittura 1,5 milioni) di nativi americani morirono durante la guerra di Pontiac o negli anni subito successivi, la maggior parte dei quali d vaiolo.

Il 1º agosto 1763 molti dei nativi americani abbandonarono l'assedio di Fort Pitt per intercettare 500 soldati britannici in marcia verso il fortino al seguito del colonnello Bouquet. Il 5 agosto questi due eserciti si incontrarono combattendo la battaglia di Bushy Run. Nonostante le dure perdite subite, Bouquet resistette all'assalto e liberò Fort Pitt il 20 agosto ponendo fine all'assedio.

Nonostante il conflitto militare si sia essenzialmente concluso con le spedizioni del 1764, i nativi opponevano ancora resistenza in Illinois, mentre le truppe britanniche dovevano ancora prendere possesso dai francesi di Fort de Chartres. Un capo Shawnee di nome Charlot Kaské divenne il più agguerrito anti-britannico della regione.

Nel 1765 i britannici decisero che l'occupazione dell'Illinois poteva essere ottenuta solo tramite la diplomazia. Gli ufficiali britannici si focalizzarono su Pontiac, diventato meno guerrafondaio dopo aver saputo della tregua decisa da Bouquet e dai nativi dell'Ohio. Un emissario di Johnson, George Croghan, andò in Illinois nell'estate del 1765 e, nonostante si fosse ferito durante il viaggio a causa di un attacco di Kickapoo, riuscì a raggiungere Pontiac e a negoziare con lui. Mentre Charlot Kaské aveva intenzione di mettere Croghan sul rogo, Pontiac chiedeva moderazione e accettò di trasferirsi a New York, dove firmò un accordo con William Johnson presso Fort Ontario il 25 luglio 1766. Non era certo una resa: nessuna terra fu ceduta, nessun prigioniero restituito e nessun ostaggio preso. Piuttosto che accettare la sovranità britannica, Kaské lasciò il territorio inglese attraversando il fiume Mississippi con altri rifugiati francesi e indiani.

Pontiac stremato e abbandonato da molti alleati si arrese pacificamente al generale inglese William Johnson il 25 luglio 1766 accettò la sovranità inglese.

Pontiac morì il 20 aprile 1769 ucciso da un guerriero della tribù del Illinois chiamato Makachinga (Cane Nero) che era stato a sua volta pagato da un mercante inglese; gli Ottawa per vendicarlo assalirono la tribù Illiniwek (meglio noti come Illinois) massacrandola.

In qugli anni il popolo Ottawa si sposto dai grandi laghi verso l'Ohio instalandosi nel attuale Detroit seguiti dai Delaware, dai Kickapoo e dai Ojibway; benché il governo inglese riconoscento quelle tribù indipendenti le assegnava in territorio della potenete confederazione Irochese l'ultima nazione indiana potenete a est del Mississippi.

Quando nell'aprile 1775 echeggiarono a Lexington i primi spari della guerra d'indipendenza americana, i lealisti (coloni rimasti fedeli all'Inghilterra) e rivoluzionari si preoccuparono immediatamente di capire quali fossero le intenzioni di un'entità tanto significativa.

Il territorio della lega Irochese si estendeva su tutto il New York da il fiume Hudson all'fiume Susquehannah e aveva perciò una grande importanza strategica, perché i due fiumi fungevano da confine tra la nuova Inghilterra (il Canada) e le colonie di mezzo.

 inglesi e rivoluzionari cercarono di rafforzare rapporti di alleanza con gli Irochesi; William Johnson (vedi capitolo le guerre franco-indiane) morì nei giorni in cui iniziava la rivoluzione, il nipote Guy Johnson nuovo soprintendente degli affari Irochesi invito la lega a schierarsi con l'Inghilterra.

in un incontro svoltosi a Albany nell'agosto 1775 il consiglio della lega deliberò la neutralità,

ma il congresso americano autorizzo il reclutamento dei guerrieri Irochesi, ma solo gli Oneida aderirono. 

mentre i Seneca grazie ai doni generosi si allearono con gli inglesi ecceto il capo Seneca noto come Red Jacket tentò di far adotare una politica neutralistica.

gli Onondaga decisero di stare neutrali mentre i Mohawk del capo Thayandanegea (chimato anche Joseph Brant) si schierarono sul fianco inglese.

 Joseph Brant non attese le decisioni della lega per schierare 200 guerrieri Mohawk; nel maggio 1776 i Mohawk aiutarono gli inglesi a cacciare gli americani da Montreal.

ai primi di agosto 1776 Joseph Brant e Cornplanter (un capo Seneca) con 1200 guerrieri Mohawk e Seneca si unirono all'esercito inglese del colonello Barry Saint Lèger che risaliva lungo la valle Mohawk per tagliare in due lo schieramento strategico americano e per conquistare Albany.

Gli Oneida inquadrati nelle forze americane percorsero cento miglia per dare l'allarme, un reparto americano di 800 uomini al comando dell'anziano Nicholas Herkimer si mosse contro il nemico.

Lungo il fiume Oriskany le truppe anglo-indiane sconfissero quelle americane in un'imboscata e lo stesso generale Herkimer morì insieme a 500 dei suoi.

ma non ho stante la battaglia di Oriskany il piano degli inglesi per colpire Albany fallì, perché a Saratoga le forze americane sconfissero quelle inglesi.

La ritirata inglese dopo Saratoga allontanarono per le colonie il pericolo di un'invasione da nord, ma gli Irochesi continuarono a combattere.

i Mohawk invasero la valle del Wyoming in Pennsylvania dove vivevano 5.000 coloni americani. la valle era mal diffesa perché gli uomini combattevano su altri fronti gli unici che avevano fucili erano solo anziani e ragazzini.

i Mohawk con un gruppo di 400 inglesi bruciarono oltre 1.000 case, i campi ridotti in cenere e 200 famiglie massacrate.

Nell'autunno 1778 un gruppo di guerrieri Mohawk, Seneca e inglesi guidati da Joseph Brant decise di attaccare la cittàdella di Cherry diffesa da un reggimento americano.

l'11 novembre avvene l'attacco su Cherry e i soldati americani furono rapidamente sconfitti. Joseph Brant uccise personalmente il comandante Ichabod Alden.

Nel gennaio 1779 anche i neutrali Onondaga furono coinvolti nella guerra perché un colonello americano per vendicare le famiglie uccise dai Mohawk brucciò un loro villaggio.

per farmere gli Irochesi filoinglesi il generale George Washington stesso ordinò l'allestimento di una spedizione punitiva. 

circa 5.000 soldati all'comando del generale John Sullivan ebbe l'ordine di invadere il territorio degli Irochesi, distreggere i villaggi, uccidere i guerrieri e prendere prigionieri.

il generale Sullivan mosse a sud del fiume Alleghany con 2.500 soldati e numerose guide Oneida: i suoi soldati marciavano suonando pifferi e tamburi.

contro le forze americane Joseph Brant poteva mettere meno di 1000 guerrieri perché molti Mohawk e Seneca erano fuggiti nei monti Adirondack.

sconfitti gli anglo-irochesi nella battaglia di Newton il 29 agosto 1779; la città Seneca di Tonawanda venne rasa al suolo.

sull'intera terra degli Irochesi restarono solo case incenerite e alte colonne di fumo. l'esercito americano uccise un centinaio di civili tra anziani, bambini e infermi non in grado di muoversi.

Joseph Brant si mise in camino con un gruppo di Mohawk verso il Canada in territorio inglese. gli Irochesi rimasti in Stati Uniti sperimentarono presto la durezza dei nuovi padroni della loro antica patria.

Il trattato di Versailles nel marzo 1783 pose fine alla guerra e riconobbe l'indipendenza degli Stati Uniti d'America e la loro sovranità su tutte le terre estese dal san Lorenzo e il limite dei grandi laghi, mentre gli inglesi mantennero il possesso delle terre di Ohio e Illinois.

Non molto tempo dopo la fine della guerra d'Indipendenza americana i coloni incominciarono a espandersi ben oltre il territorio scritto nella pace di Versailles del 1783.

nel 1790 gli Shawnee cominciarono ad attaccare i coloni sull'Ohio uccidendo oltre 20 uomini. lo stato del Kentucky appena nato organizzò una spedizione punitiva con 100 soldati regolari e 250 miliziani, ma gli Shawnee preferirono dileguarsi.

il capo dei Miami chimato Piccola Tartaruga alleato degli inglesi non fu solo uno stratega militare, ma anche una lungimirante mente politica che aveva capito che se bisognava fermare l'avanzata americana bisognava allearsi con gli ultimi inglesi del ovest.

nell'estate 1790 il presidente Washington autorizzò la costituzione di un corpo di spedizione affidando il comando al generale Josiah Harmar.

gli americani ignoravano le capacità di Piccola Tartaruga; male addestrati e indisciplinati i soldati americani che erano 300 regolari e 1.200 miliziani avanzarono nel territorio indiano.

il 22 ottobre sul fiume Maumee (nell'attuale Indiana) la colonna si divise in tre gruppi per inseguire gli indiani che erano apparsi improvisamente.

ad aspettare le truppe c'erano i guerrieri Shawnee e Miami guidati personalmente da Piccola Tartaruga.

la battaglia costò agli americani 160 morti. i vincitori indiani esibirono gli scalpi a fort Detroit vivamente complimentati dagli ufficiali inglesi.

Washington invio una seconda spedizione guidata dal generale Arthur Saint Clair essa era formata da un reggimento d'artiglieria con 7 cannoni, quattro reggimenti di cavaleria e 2.000 miliziani.

l'armata si mosse a metà settembre 1791 e durante il cammino costruì fort Hamilton.

la sera del 3 novembre 1791 il campo americano fu attaccato dagli indiani di Piccola Tartaruga. la battaglia nota come Wabash fu la più grande vittoria degli indiani sulle forze americane e costo la vita a 632americani mentre solo 41 indiani furono uccisi.

si racconta che in mezzo alla battaglia Piccola Tartaruga uccise il colonello Richard Butler che aveva un disprezzo nei confronti degli indiani, e nè mangio il cuore.

quando Washington scoprì la notizia accuso il generale Clair che era un idiota e peggiore di un assasino perché responsabile di un disastro e li tolse la carica da generale.

nella primavera del 1792 Washington inviò una missione di pace a tutte le tribù del Ohio assicurandole che gli Stati Uniti non volevano impadronirsi delle loro terre ma di nascosto incaricò al generale Anthony Wayne di attaccare il nemico.

Piccola Tartaruga fu accusato di codardia e tolto come capo guerriero al suo posto fu messo lo Shawnee Giacca Blu che il 30 giugno 1794 attaccò le truppe di Wayne già schierate e subì una disastrosa sconfitta nella battaglia di Fallen Timbres.

ormai sconfitti Shawnee e Miami incontrarono il generale Wayne a Greenville e firmarono un trattato il 16 agosto 1795 e con essi le tribù cedevano tutti i territori del Ohio e Illinois. 

A contatto con i coloni americani già insediati le tribù Miami e Shawnee furono coinvolte nel nuovo flagello l'alcolismo. fin dal mattino gli uomini vagavano nelle strade a cercare acqua vite vendendo le pelli raccolte con la caccia. essi crollavano a terra ubriachi fradici e stavano per giorni interi nella polvere e nel fango o nel letame dei maiali: così la civiltà stava riducendo gente fino a poco tempo prima fiera.

Nel maggio del 1805 negli accampamenti Shawnee scoppìo un'epidemia di vaiolo, e giunse un profeta di nome Tenskwatawa.

Tenskwatawa acquisto una fama ampia quale "profeta Shawnee" nel 1805 Tenskwatawa si pose alla testa di un rinascimento del sentimento religioso che si richiamava a precendenti insegnamenti millenaristici dei profeti come Neolin dei Delaware nel 1763.

essi avevano predetto l'evvento di una sorta di apocalisse che avrebbe distrutto i coloni che avevano invaso le terre appartenenti o già appartenute ai nativi americani.

Tenskwatawa pressava gli indiani a rigettare lo stile di vita dei coloni, ad abbandonare le armi da fuoco, l'alcool, gli abiti di foggia, e pagare ai commercianti americani solo la metà dei debiti da essi vantati.

i suoi insegnamenti furono causa di tensioni crescenti sia con i coloni sia con le fazioni Shawnee favorevoli al compromesso con gli americani guidati dal capo Zoccolo Nero.

il fratello maggiore di Tenskwatawa era Tecumseh capo di una tribù Shawnee insediata lungo il fiume Auglaize.

Nel 1807 l'agente indiano William Wells decise di inconrare Tecumseh a Greenville, egli intendeva investigare le loro intenzioni dopo la recente uccisione di un colono.

Tecumseh fu tra coloro che parlarono con Wells e lo rassicurò circa le proprie intenzioni:

gli insegnamenti religioso di Tenskwatawa avevano cominciato a difondersi in modo sempre più largo, al punto di attrarre anche un numero crescente di membri delle varie tribù della zona a sud-ovest dei grandi laghi e ponendo le basi per una grande confederazione.

Tecumseh emerse ben presto come leader politico principale, anche se Tecumseh era il capo degli Shawnee solo pochi di essi adderirono la maggioranza era formata da genti delle tribù vicine (tra Miami, Wea, Potawatomi e Kickapoo)

Nel 1808 salirono le tensioni tra gli Shawnee seguaci del profeta e di Tecumseh e le autorità americane fu cosi che Tecumseh e Tenskwatawa lasciarono l'accampamento e fondarono il grande villaggio di Prophetstown "la città del profeta" tra i fiumi Wabash e Tippecanoe nell'attuale stato di Indiana.

il governatore americano del Indiana Henry Harrison negoziò accordi falsi con i capi indiani per far venire nuovi coloni.

il 9 settembre 1809 i capi Miami e Wea (corroti da Harrison) con il trattato di fort Wayne cedevano 3 millioni di acri della loro terra.

nell'agosto 1810 Tecumseh guidò 400 guerrieri armati verso Vincennes per incontrare il governatore Harrison per discutere lo stato tra americani e indiani.

quando il governatore rigettò le richieste di Tecumseh, argomentando che le singole tribù avevano tutto il diritto di stabilire relazioni particolari con gli Stati Uniti, e che erano le interferenze del suo interlocutore ad essere invise alle tribù della zona.

in preda alla furia, Tecumseh incitò i suoi uomini contro Harrison che dovette sguainare la spada e far intervenire la piccola guarnigione; il capo Pottawatomi Winnemac intervani riportando ordine, mentre se ne andava Tecumseh minacciò Harrison che si sarebbe rivolto agli inglesi del Canada.

Le tensioni continuarono a salire; 4 coloni americani furono uccisi vicino al fiume Missouri.

Tecumseh stava creando una grande confederazione si reco dai Creek del Alabama nel sud-est e riuscì a convincerli a combattere prononciando queste parole:

Dove sono ora i Pequod, i pokanoket, i Mohicani e i Narragansett,  e tante altre tribù che un tempo erano potenti e forti? Si sono sciolte come neve al sole davanti alla cupidigia e all'oppressione dei bianchi. Guardate il loro paese che prima era così bello: soltanto le distruzioni operate dai Visi Pallidi vi colpiranno gli occhi  Non dormite più a lungo cullandovi in una falsa speranza  o Choctaw e Creek!  Le ossa dei nostri morti saranno dunque disperse dal vomere degli aratri?  Io so bene che voi griderete con me: mai!

solo i Choctaw del capo  Pushmataha respinsero le richiste di Tecumseh e il capo Pushmataha disse:

le esperienze dei Choctaw non sono le stesse degli Shawnee Gli americani ci hanno portato i telai e ci hanno aiutato a raccogliere i cereali; insegnano ai nostri bambini a leggere e a scrivere. Non dimenticate, Choctaw e Chickasaw, che siamo legati all grande padre di Washington da un sacro trattato di pace. Noi siamo un popolo giusto. Non scenderemo sul sentiero di guerra senza giusta causa.

Nel mentre che il fratello era nel sud-est Tenskwatawa stava organizzando i guerrieri Shawnee ad attaccare l'esercito americano.

i guerrieri Shawnee furono sconfitti nella battaglia di Tippecanoe il 6 novembre 1811 e abbandonarono la città del profeta.

le truppe americane guidate da Harrison bruciarono il villaggio deserto; all'suo ritorno Tecumseh arrabbiato esiliò Tenskwatawa e con un gruppo di Shawnee fuggì in Canada.

il sogno di una confederazione era finito.