i Navaho

Sino a tempi recenti molti Navaho popolo nativo dell'Arizona (talvolta definiti la nona tribù Apache) vivevano in svariati modelli di abitazioni, tutte del genere chiamato Hogan. la forma più antica era di tipo "a mucchio di rami" in cui c'erano tre pali di fondazione sopra i quali si appoggiavao altri rami o tronchi; poi la struttura veniva ricoperta con abbondante quantità di terra molto pressata; i due tronchi verticali che formavano l'ingresso chiuso da una coperta erano disposti verso est, in direzione del sorgere del sole.

l'arte di tessere il cotone e poi la lana, su telai verticali era stata appresa probabilmente degli indiani Hopi. questi primi materiali tessili, erano impiegati per gli abiti da donna, costituiti da due pezzi fissati agli omeri, e per le coperte da portare sulle spalle per gli uomini, decorate dapprima con strisce nere e bianche che si altrnavano, è che dal 1860 diventarono rosse, blu e gialle. alcune note come coperte dei capi furono vendute oltre il sud-ovest.

La struttura sociale delle nazioni dei Navaho, polverizzata in gruppi familiari estesi senza livelli di organizzazione di grado più alto, il rifiuto della guerra aperta, il ricorso alla razzia come attività economica resero queste popolazioni avversari difficili per gli Stati Uniti e in effetti furono tra le ultime nazioni indiane ad arrendersi definitivamente.
In prossimità della Guerra di secessione americana, il governo degli Stati Uniti per garantirsi l’appoggio dell’Arizona e del Nuovo Messico decise di porre fine al problema delle razzie e di confinare le popolazioni più bellicose, in particolare i Mescalero e i Navaho a Bosque Redondo, una riserva del Nuovo Messico. L’operazione con i Navaho, di cui fu incaricato il colonnello Christopher Carson, si sarebbe dovuta svolgere pacificamente per mezzo di trattative, tuttavia la difficoltà di trattare con un’organizzazione sociale polverizzata e dispersa in un vasto territorio portò allo scoppio di una campagna di guerra durata quasi un anno (1863-1864). Il risultato fu una tragedia: agli oltre 1000 caduti durante la guerra si aggiunse la deportazione a piedi di circa 8000 Navajo verso Bosque Redondo con una marcia forzata di 300 miglia, nel corso della quale persero la vita le persone più deboli.
Il confinamento a Bosque Redondo, durato 5 anni, è segnato come la pagina più nera della storia dei Navajo. La riserva era ubicata in un territorio malsano, quasi privo di vegetazione e poco vocato all’agricoltura.

Il popolo dei Navaho conta oggi circa 250.000 persone e costituisce il gruppo etnico più numeroso fra i nativi americani, stanziato in un territorio del nord est dell’Arizona. Il territorio dei Navaho, che supera in estensione ben 10 dei 50 stati degli USA, gode di autonomia amministrativa e la nazione rappresenta uno dei pochi esempi di conservazione di una forte identità amerindia all’interno della società statunitense. Pur mantenendo vivi i propri valori (lingua, cultura, tradizione), i Navaho si sono adattati al progresso nell’ultimo secolo organizzandosi in una struttura sociale autonoma moderna e integrata come nazione all’interno di una nazione.

le pitture sulla sabbia del popolo Navaho

Le pitture di sabbia dei Navajo sono legate completamente all'arte della medicina, un termine che si riferisce a tutte le forze che hanno un effetto positivo sugli uomini e che possono migliorare i rapporti con gli animali, le piante, i manufatti e l'intera comunità.

La loro costruzione equivale a una magica ricreazione del mondo e del cosmo in miniatura, che mostra l'equilibrio delle forze dell'universo. Presso i nativi americani, troviamo pitture di sabbia tra i Navajo e i Pueblo, oltre a dipinti sugli scudi di guerra o sulle rocce attraverso tutto il nord America. L'approccio terapeutico combina la spiritualità, l'erboristeria e la magia, nel trattamento di un'ampia setrie di disturbi fisici ed emotivi, dal comune raffreddore alla depressione.

Come altri antichi sistemi di guarigione, come ad esempio la medicina tradizionale cinese e indiana, la medicina dei Nativi americani ha un approccio olistico che prevede il trattamento del corpo, della mente e dello spirito, poiché la salute dell'individuo è collegata in modo inestricabile all'armonia tra i membri della famiglia e della tribù, l'ambiente fisico e il mondo spirituale. Sebbene vi siano delle varianti negli specifici rituali di guarigione, quattro pratiche sono le più comuni e i nativi americani le hanno utilizzate da almeno 10.000 anni.

La creazione della pittura di sabbia è accompagnata da canti, che sono chiamati salmi o vie e il cantore Navajo è uno sacerdote che conosce i canti da cerimonia per specifiche cure, tramandati oralmente e che fanno parte della sua esperienza. I guaritori nativi vanno oltre i semplici sintomi pe scoprire la radice della malattia, la cui guarigione non può essere scissa dal suo contenuto magico e spirituale ed è connessa al mondo naturale.